Il libro
Mia cara Marilyn, (non mi importa dei tuoi mille nomi, uso qui il primo con cui ti ho conosciuta: Marilyn), non so se riceverai mai questa lettera, e non è soltanto per via dei soliti ritardi postali.
C’è qualcosa di più: mi manca l’indirizzo, e non c’è studioso, mago o presidente al mondo che potrebbe procurarmelo.
Lo so che tu adesso sei dappertutto, sulle scatole di fiammiferi, sulle valigette, sui boccali da birra, sulle canottiere, sui francobolli; ma non so se sei ancora da qualche parte, se hai una qualche tua idea delle cose, se sai finalmente qualcosa di definitivo o se brancoli ancora nel buio come tutti noi. C’è stato un tempo in cui il tuo indirizzo era sulle agende dei potenti più potenti del mondo; ma anche chi non era potente, e quasi nessuno lo era, sapeva dove indirizzarti i suoi pensieri: Marilyn Monroe, Hollywood, California. Tutti i postini del mondo sanno dov’è la capitale del regno dei sogni. Qualunque fosse il tuo indirizzo preciso, non importava, e del resto ne hai cambiati tanti: così tanti che nemmeno tu li sapresti e li vorresti ricordare tutti.
Hai avuto tante case, tante madri, tanti uomini, e anche per questo non hai mai avuto una casa, una mamma, un uomo.
Hai dormito in così tanti letti che hai finito per dormire quasi sempre da sola.
Povera bionda: milioni di uomini al mondo avrebbero dato tutti i loro sogni per passare una notte con te…
Un tuo ammiratore