Il libro
Il 16 ottobre 2024 il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge per rendere la maternità surrogata «reato universale». La gestazione per altri – già vietata nel nostro paese dal 2004, con la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita – sarà dunque punibile anche se un cittadino italiano vi ricorrerà in uno stato in cui la pratica dell’utero in affitto è legale. La pena prevista arriva fino a due anni di reclusione, a cui si aggiunge una multa fino a un milione di euro.
Aldilà delle questioni politiche, giuridiche, culturali e sociali che solleva, la gestazione per altri pone seri problemi di natura etica, spesso frettolosamente accantonati. Da parte femminista si sottolinea soprattutto il pericolo di un uso strumentale, quando non di uno sfruttamento commerciale, del corpo della donna. Più rare, anche in ambito scientifico, sono invece le riflessioni dedicate all’esperienza che il bambino compie nel grembo materno e nei suoi primi mesi di vita.
Anne Schaub-Thomas, psicologa e psicoterapeuta, sulla scorta delle più recenti scoperte delle neuroscienze e della sua esperienza clinica, ci spiega quale sia il grido richiamato nel titolo del libro e, con rigore e delicatezza, presenta gli studi che dimostrano quanto la vita prenatale e i primi mesi dopo il parto costituiscano un periodo di grandissima importanza sia per lo sviluppo psichico del bambino sia per la vita futura dell’adulto. È necessario e urgente, scrive, interrogarsi su quali siano le conseguenze a lungo termine di una pratica tanto artificiale e invasiva, che non può essere valutata soltanto in base al desiderio di avere un figlio trasformato nel «diritto ad avere un figlio», un diritto presunto la cui legittimità è tuttora da dimostrare.