Il libro
Scritto nel 1924, L’uomo visibile è uno dei classici della teoria del cinema.
Balázs dà per la prima volta compiuta formulazione alle caratteristiche originali del nuovo mezzo: il particolare apporto dell’attore, il fascino del primo piano, il ruolo del paesaggio e degli oggetti, l’inclinazione verso il fantastico, la nozione di stile. Ma il libro è soprattutto una teoria del «gesto visibile», del volto, del corpo, delle loro più peculiari risorse espressive, riscoperte e rilanciate dall’immagine in movimento in contrapposizione all’astrattezza della scrittura e del linguaggio verbale. Ed è una concezione del cinema come grande dispositivo simbolico, governato, per l’autore, dai medesimi principi dell’espressionismo.
Tradotto in un gran numero di paesi (celebre la reazione polemica di Ejzenstejn), ammirato da scrittori come Robert Musil ed Erich Kästner, L’uomo visibile non è mai stato pubblicato in Italia e non è mai entrato davvero nella cultura cinematografica del nostro paese. Questa edizione, curata da Leonardo Quaresima (suo l’ampio saggio introduttivo), lo propone integralmente al lettore italiano, arricchito da un’antologia di testi dell’autore e dalle reazioni critiche che ne hanno accolto l’uscita.