Il libro
Come ha potuto la predicazione di un oscuro falegname della Galilea suscitare un movimento che oggi conta oltre due miliardi di fedeli? Chi prestò ascolto alla «Buona Novella» e chi invece la ignorò? Come riuscì il cristianesimo primitivo a svilupparsi fino a diventare la religione più diffusa nelle trentuno maggiori città dell’Impero romano?
Basandosi su dati quantitativi e sui risultati degli studi più recenti, in ambito sia storico sia archeologico, Rodney Stark propone una ricostruzione dei fatti largamente inedita e rovescia molti luoghi comuni.
Per esempio, dimostra che:
- diversamente da quanto sostengono diversi studiosi, lo gnosticismo non fu una forma di cristianesimo più sofisticata o autentica, ma soltanto un tentativo infelice di paganizzare la cristianità.
- Paolo è stato chiamato l’apostolo dei Gentili, ma per lo più convertì dei giudei.
- Il paganesimo non fu rapidamente cancellato dalla repressione statale seguita alla conversione di Costantino nel 312, ma scomparì gradualmente perché la gente cominciò ad abbandonare i templi subendo il fascino del cristianesimo.
- I culti «orientali» – come quelli dedicati a Iside, la dea egizia dell’amore e della magia, e a Cibele, la dea della fertilità dell’Asia Minore – prepararono in realtà la strada per la rapida diffusione della cristianità nei territori dell’Impero romano.
- Contrariamente a quanto affermato da generazioni di storici, il culto misterico di Mitra non costituì affatto una sfida al cristianesimo quale nuova fede dell’Impero, poiché non ammetteva le donne e attraeva solo i soldati.
Ancora una volta non è esagerato affermare che l’intero quadro delle interpretazioni ormai consolidate riguardo ai primi secoli del cristianesimo e a come esso sia diventato nel tempo la più importante religione al mondo deve essere profondamente rivisto.