Il libro
Lusso e moda stanno vivendo un periodo di crisi valoriale che è all’origine di quella economica. Occorre perciò ripensare a questi due settori al di fuori di una logica stantia per cui la tradizione di una marca, rimasta magari invariata per decenni, è rinfrescata con piccoli cambiamenti stagionali dettati dai trend di breve periodo, nella speranza di ottenere vantaggi marginali sulla concorrenza. Bisogna invece ragionare in termini di nuovi sistemi, e trovare nuovi modi per pensarli. È necessario ricomporre le fratture tra management e design, tra lusso e prodotti di massa, tra heritage e innovazione. Per questo, il metodo utilizzato in questo volume è il détournement: i valori fondamentali dei due settori sono stati identificati, poi riprocessati attraverso il confronto con valori, fenomeni, modelli ed esempi provenienti dalle industrie più disparate, infine ricomposti in forma aggiornata. Non c’è spazio per rifugiati del lusso e nostalgici dell’ultima ora. Cinque eventi della storia contemporanea (globalizzazione, caduta delle ideologie, cultura no logo, web 2.0 e crisi finanziaria) producono una diffusa sensazione di caos e, nonostante la paura e il conseguente istinto a volgersi all’indietro, il caos è sostenibile e talvolta addirittura necessario per generare nuove forme di vita. A metà strada tra un saggio critico di interesse generale e un testo per addetti ai lavori, questo libro si propone di dare alle nuove marche del lusso e della moda, i Luxury Hackers, un softwear e un hardwear, per potersi presentare come interpreti aggiornate di un mondo che è passato in breve tempo dal fordismo al tomfordismo e che oggi ha superato anche quest’ultimo. Invertendo la metafora dell’Angelus Novus di Walter Benjamin, non si tratta più di andare avanti guardando indietro, ma di tornare indietro guardando avanti.