Il libro
«Taxi Driver» è un nodo imprescindibile di forme e temi nell’opera scorsesiana. [...] È un film rischioso, ambiguo, contraddittorio, che con l’imprevedibile evoluzione del suo intreccio e il suo finale sconcertante sfida non solo ogni interpretazione lineare, ma mette duramente a prova le reazioni emotive dello spettatore. [...] Secondo François Truffaut pochi film hanno suscitato più vocazioni al cinema di “La regola del gioco” di Renoir. Scommetterei che, per chi è nato tra il 1960 e il 1970, lo stesso si possa dire di “Taxi Driver”.» (Alberto Pezzotta)