Nell’opera Gli immaginari in geometria (1922), a partire dalla riconsiderazione dello spazio geometrico presente nella Divina Commedia, Florenskij propone una lettura rivoluzionaria, passando dalle argomentazioni matematico-filosofiche a quelle cosmologiche e teologiche. Così la descrizione delle caratteristiche dello spazio e del tempo si prolunga verso un’interpretazione metafisica del tutto inedita e folgorante della teoria della relatività generale di Einstein, che induce a ritenere che Dante, in pieno Medioevo, fosse vicinissimo al pensiero scientifico del XX secolo, più di molte altre concezioni moderne. Lo studio di Florenskij si concentra sulla tensione polare fra lo spazio reale e quello cosmico, trascendente e immaginario, questione che nessuno aveva mai osato affrontare in questi termini, in una prospettiva transdisciplinare e radicalmente innovativa. Una prospettiva che attirò l’attenzione del regime sovietico, che censurò l’opera e diede inizio alla persecuzione del pensatore, culminata con il Gulag e la condanna a morte.

Presentazione del libro  Il Dante di Florenskij di e con Natalino Valentini in occasione di Dantedì, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri: