Il libro
Ci sono mille modi di raccontare. Un racconto passa attraverso quella istanza testuale che è il narratore, un altro sembra al contrario distillato da colui che l’ha composto, l’autore. Controcorrente rispetto all’ortodossia narratologica in materia, il sistema del racconto su cui si fonda quest’opera pone, indifferentemente dai casi, un’istanza intermedia, il narratore, situata tra l’autore e il suo testo narrativo, che sarebbe fondamentalmente responsabile della comunicazione narrativa.
Gaudreault analizza in questo suo denso saggio le pratiche narrative del romanziere, del drammaturgo e del cineasta, nella prospettiva di una narratologia dell’espressione, allo scopo di gettare nuova luce sui principi essenziali del racconto. Una rilettura della Repubblica di Platone e un riesame di «casi» divenuti classici della narratologia (dalle Mille e una notte alla Recherche proustiana) permettono di definire i due modi fondamentali della comunicazione narrativa: la narrazione e la mostrazione. Grazie a questi concetti, Gaudreault getta le basi di una teoria narratologica del cinema che applica innanzitutto al «cinema delle origini», analizzando lo statuto narrativo dei film dei Lumière, l’importanza delle comparse e dello sviluppo del montaggio.
L’approccio narratologico in una produzione successiva consente poi di comprendere, nel caso del film sonoro, il ruolo del narratore in voce off, delegato da quel «grande venditore di immagini» che è il meganarratore filmico.