Il libro
Nel XXI secolo un uomo su sei sarà indiano. L’India è la più grande democrazia del pianeta, è una potenza nucleare, è all’avanguardia nell’informatica, è prossima a diventare un gigante economico ed è molto vicina a costituire il secondo mercato mondiale con oltre mezzo miliardo di consumatori. Ma almeno 200 milioni di indiani rimangono disperatamente poveri. Il tasso di analfabetismo è alto, la violenza è diffusa, la corruzione endemica. Le spose sono ancora torturate e bruciate vive per questioni di dote, la servitù può essere picchiata a morte. Il sistema delle caste conserva molto del suo potere e tutta la sua brutalità. Come è possibile conciliare immagini tanto in conflitto tra loro dell’India di oggi? E come andare oltre i molti fraintendimenti nutriti dagli stereotipi occidentali e dai miti proiettati dagli indiani su loro stessi?
Forte di una straordinaria conoscenza del proprio paese, richiamandosi a fonti disparate come gli antichi trattati in sanscrito e le tematiche di Bollywood e illuminando la sua analisi con molti aneddoti eloquenti, Pavan Varma – definito dal «Guardian» come «uno degli scrittori più perspicaci di questi anni» – compie uno studio acuto della personalità indiana e della cultura che l’ha creata, giungendo a conclusioni sorprendenti circa i paradossi e le contraddizioni che caratterizzano le inclinazioni dei suoi compatrioti verso questioni come il potere, la ricchezza e la spiritualità.
Varma esamina anche le prospettive future dell’India, fornisce indicatori significativi di quello che è il probabile destino di una nazione di un miliardo di persone, e spiega cosa può davvero servire agli indiani e cosa essi hanno da offrire al mondo.
Questo libro, che stimolerà la riflessione e il dibattito, è insomma una lettura indispensabile sia per gli stranieri che vogliono capire gli indiani sia per gli indiani che vogliono capire se stessi.