Il libro
«Il confronto politico tra destra e sinistra si è sempre svolto a partire da una comune valutazione positiva del modello di produzione industriale.
Entrambe lo hanno considerato un progresso perché, grazie all’evoluzione scientifica e tecnologica, ha accresciuto la produzione di merci, consentendo all’umanità di entrare in un’epoca d’abbondanza senza precedenti. Ma oggi la crescita ha oltrepassato le capacità del pianeta di fornirle la quantità crescente di risorse di cui ha bisogno, e il mercato induce a scatenare guerre per tenere sotto controllo le zone del mondo più ricche di risorse, suscitando nei paesi meno industrializzati ondate migratorie incontenibili.
Per bloccare le cause di questi processi distruttivi è necessario sviluppare tecnologie più avanzate, finalizzate ad accrescere l’efficienza con cui si trasformano le materie prime. Occorre avviare una decrescita selettiva, fondata sulla riduzione degli sprechi e dell’impronta ecologica dell’umanità. Se si abbandona l’ideologia della crescita, che ha accomunato la destra e la sinistra, è anche possibile articolare in maniera diversa e rilanciare la tensione all’uguaglianza. Una critica alla gestione della destra di questa fase storica, e una presa di coscienza che la sconfitta della sinistra sia stata la sconfitta dell’applicazione storica che ha dato dell’uguaglianza, non dell’idea di uguaglianza. Del resto, come ha avuto un inizio storico, la diade “destra–sinistra” potrebbe avere fine con la fine della possibilità di continuare a far crescere la produzione di merci.
«È il momento di intraprendere un percorso politico nuovo, di aprire una nuova fase della storia in cui l’economia non sia più schiava della distopia della crescita infinita.»
– Maurizio Pallante
Contenuti extra
Rassegna stampa
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Destra e sinistra, due categorie che esistono solo a parole - «Il Fatto Quotidiano»
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Tutto è in relazione. Ripensare il mondo, di Alessandro Pertosa - «Comune-info.net»
- Pallante: destra e sinistra, categorie superate - «Corriere dell'Alto Adige» (164,63 kB)
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Recensione del libro su ZEST - letteratura sostenibile