Il libro
C’è una diffusa tendenza ad appiattire la storia dei primi tre secoli del Cristianesimo sulla drammatica vicenda delle persecuzioni e a immaginare i primi Cristiani come dei reclusi nelle catacombe: il tutto prima dell’avvento «miracoloso» di Costantino. La responsabilità di questo e di altri stereotipi ricade sul pregiudizio ideologico di una buona parte della storiografia moderna, che ha usato la penuria delle fonti antiche per piegare la verità storica.
La cristianizzazione dell’Impero fu in realtà un processo molto complesso e lungo almeno tre secoli, iniziato con la predicazione degli Apostoli e proseguito nell’anonimato della vita quotidiana da sempre più numerosi fedeli, molti dei quali attivi nella società civile e altri invece limitati nelle proprie libertà e chiamati alla testimonianza pubblica del martirio. Il rapporto tra il Cristianesimo e l’autorità civile romana fu ricco di numerose sfaccettature – Barzanò si sofferma in particolare sulla condizione dei «laici» a Roma, su quella della donna e sul significato del servizio militare prestato dai Cristiani – e anzi fu un processo a doppio senso: si può infatti parlare sia di cristianizzazione dell’Impero sia di romanizzazione del Cristianesimo, come la storia successiva della civiltà europea ha d’altronde dimostrato, sia pure in modo problematico. Studiare la figura e l’opera di Costantino, così come degli imperatori che lo precedettero, non è dunque un fatto accademico, ma significa acquisire elementi di conoscenza essenziali per comprendere il senso di molti aspetti del nostro presente.