Il libro
Il socialismo è stato il tentativo più ambizioso di soppiantare la religione con una dottrina politica che sin dall’inizio si è vantata di essere scientifica e di voler costruire l’uomo nuovo. Il socialismo si è imposto attraverso l’evangelizzazione e la spada, come le grandi religioni, ma nessuna di esse ha mai conosciuto una diffusione così vasta e veloce. Dal 1820, quando i seguaci di Robert Owen coniarono la parola «socialismo», il 60% della popolazione mondiale è vissuto sotto un regime socialista, variamente denominato (socialdemocrazia, comunismo, fascismo, socialismo terzomondista). Il risultato però è stato quasi sempre fallimentare, fino alla caduta del Muro di Berlino e al crollo dell’Unione Sovietica.
La culla nella quale il socialismo nacque fu la Rivoluzione francese, con la sua esaltazione dell’uguaglianza, il suo profondo anticlericalismo e la promessa che tutto sarebbe potuto rinascere, come sostenevano Babeuf e la sua Lega degli Eguali. Agli inizi del ’800, quando l’Europa inorridiva di fronte ai massacri napoleonici, il socialismo passò dalla fase rivoluzionaria a quella sperimentale, nella forma di piccole comunità in cui la gente poteva mettere in pratica la proprietà collettiva. Le più importanti di queste, in America e in Inghilterra, furono guidate o ispirate da Owen. Questi esperimenti non ebbero però successo e l’idea socialista si sarebbe probabilmente spenta sul nascere se non fosse stata ripresa da due geniali visionari come Karl Marx e Friedrich Engels. Poi la prima guerra mondiale offrì a Lenin un’opportunità storica e nel 1917 il socialismo ottenne il suo primo importante successo. Il capitolo fascista fu breve ed esplosivo, e il socialismo emerse rafforzato dalla sconfitta che la seconda guerra mondiale inflisse a quella che comunque era considerata un’eresia. Sorsero molti regimi comunisti, ma anche la democrazia sociale trovò nuove prospettive di vita, sull’onda dall’incredibile trionfo elettorale di Attlee su Churchill nel 1945.