Il libro
Pubblicato nel 1935, Il pozzo e le pozzanghere è una raccolta di brevi saggi polemici che, come scrive Chesterton, «si prefiggono di contrariare coloro che si trovano in disaccordo con noi e di annoiare gli indifferenti». Se il tema del libro è quello più caro allo scrittore inglese – la difesa del cattolicesimo e della sua tradizione culturale (il «pozzo» del titolo) dagli attacchi provenienti dalla società secolarizzata e dal protestantesimo anglicano (le «pozzanghere») –, la sua ragione più profonda è la difesa del «vero significato delle parole». Per Chesterton questo compito, niente affatto accademico, richiede di prendere di petto i fatti della storia, per metterli nella loro vera luce e trarne il corretto insegnamento, ma anche di rispondere alle tante critiche di cui era fatto regolarmente bersaglio. Lo scrittore replica ai suoi avversari mettendone in luce il pregiudizio – e sono pagine che brillano per ironia e levità – e si sofferma sulla storia moderna d’Europa, denunciando il materialismo del modello capitalista e il nichilismo di matrice comunista e nazista, mettendo in ridicolo la libertà sessuale dei connazionali e il conformismo degli intellettuali, smascherando il pacifismo privo di ideali, il cinismo dell’aborto, la natura eugenetica del controllo delle nascite e la mercificazione del corpo umano, a partire da quello dei bambini.
Apologeta cattolico arguto e fuori dagli schemi, Chesterton non si rinchiuse mai in una sterile condanna delle cose del mondo, ma ricercò sempre il confronto aperto e ad armi pari con un interlocutore che non fu mai un nemico da odiare, quanto piuttosto un avversario al gioco, di cui vedere le carte per capire se bluffa.