Il libro
Può la scienza parlarci di ciò che ci sta veramente a cuore? E la fisica è in grado di accompagnarci nella scoperta della nostra vita interiore? Di offrirci non solo beni materiali ma anche spirituali?
Il protagonista di questa storia è Giovanni Taglianti, un fisico del Cern di Ginevra che si è trasferito in una piccola città nelle Alpi per amore della figlioletta Hannah. Per lui, che ha da poco perso la moglie, tutto l’universo non è altro che un immenso vortice di materia privo di senso. L’insolita eredità di un vecchio filosofo – Joseph Mariotti – lo induce però a intrecciare la fisica con le discipline umanistiche, spronato dagli allievi del liceo in cui insegna e fiancheggiato da un’energica professoressa di lettere e dal mite collega di religione. Cosa c’entra sant’Agostino con la termodinamica, oppure la poesia di Frost con i paradossi del mondo microscopico? E Picasso con le particelle elementari? La teoria della relatività non ci suggerisce forse che la verità andrebbe cercata nella relazione tra le cose? E la meccanica quantistica che non bisogna mai smettere di dubitare delle proprie idee? Mentre il professore ripercorre la storia della fisica concetto dopo concetto, da Anassimandro al bosone di Higgs, i confini del sapere e quelli del cuore si fanno via via più sfumati e la sua drastica soluzione al «grande problema dell’universo» comincia pian piano a svaporare: non è nel mondo della materia, bensì in quello dell’invisibile che l’umanità può accedere alla dimensione più adeguata per decifrare il significato dell’esistenza.
Questo romanzo ci racconta la fisica così come Il mondo di Sofia e Il teorema del pappagallo ci hanno parlato, rispettivamente, di filosofia e matematica: in un mondo sempre più complesso e difficile da decifrare, è quanto mai necessario rivisitare le grandi speculazioni del pensiero cogliendone il significato più essenziale alla luce dell’esperienza quotidiana, in un serrato confronto con i grandi interrogativi dell’umanità.