Il libro
Com’è possibile che l’umanità, che ha raggiunto un progresso tecnologico senza precedenti, non riesca a fare in modo che ogni uomo sul pianeta possa disporre di una casa, di cibo, degli indumenti essenziali, di cure adeguate, di un lavoro dignitoso commisurato alle sue possibilità?
A questa domanda fondamentale – e sempre più urgente visti il degrado della nostra società e l’acuirsi delle disuguaglianze fra poveri e ricchi – la lettura di questo libro fornisce alcune risposte.
Per l’autore la società potrà cambiare soltanto quando un’etica diversa guiderà le nostre azioni, sapremo instaurare un nuovo rapporto con la natura e abbandoneremo l’odierna «logica della crescita e della produttività», che si è rivelata rovinosa e incapace di risolvere i problemi, per una logica economica alternativa, davvero a misura d’uomo (con la creazione di fattorie e di piccoli centri abitati in cui si pratichi un’agricoltura di sussistenza, ad esempio, e una produzione industriale limitata ai beni veramente necessari).
Con il suo stile semplice e diretto, Pierre Rabhi trasmette ai lettori una profonda simpatia per la terra e per il suo ideale di una sobrietà felice.
La leggenda del colibrì
Un giorno, dice la leggenda, ci fu un immenso incendio nella foresta. Tutti gli animali, terrorizzati e costernati, osservavano impotenti il disastro. Solo il piccolo colibrì si diede da fare e andò a raccogliere qualche goccia d’acqua con il becco per gettarla sul fuoco. Dopo un po’ l’armadillo, irritato dalla sua attività irrilevante, gli disse: «Colibrì, ma sei matto? Credi davvero che con poche gocce d’acqua spegnerai l’incendio?». «Lo so – rispose il colibrì – ma io faccio la mia parte».