Il libro
Erwin Rommel è stato forse il generale più popolare della seconda guerra mondiale: sotto il suo comando, l’Afrikakorps avanzò fino all’Egitto. E oggi, a oltre settant’anni dalla sua morte, appare ancora a molti come la quintessenza del soldato tedesco. Del resto gli stessi inglesi ne ammiravano il coraggio e la condotta di guerra cavalleresca e geniale. Tutto questo è storia e leggenda insieme. In queste pagine Ralf Georg Reuth ritrae però l’altro Rommel, quello dalla personalità ambigua rimasta fino a ora nell’ombra, occultata dal mito del brillante stratega militare. Rommel non fu soltanto il servitore leale ed efficiente di una causa sbagliata. L’uomo che restò fedele a Hitler sino al suicidio e che mai si oppose alla barbarie nazista non può esaurirsi nella figura esemplare ma artificiale creata dalla abile propaganda di Goebbels. In realtà nel destino di Rommel si compì la tragedia di un intero popolo: stare vicino al Führer fino alla rovina, credendo con ciò di assolvere al proprio dovere patriottico.