Il libro
Vissuto tra i grandi conflitti sociali ed economici della Francia post-rivoluzionaria – in una temperie culturale non così diversa dall’attuale, segnata profondamente dalla modernità, dal laicismo e dal materialismo d’impronta scientifica –, Frédéric Ozanam (1813-1853), fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli, non maledisse il suo tempo né si lasciò sedurre dalla violenza. Si indignò invece di fronte all’ingiustizia e alla povertà, trovando sempre il coraggio di rialzarsi dalle sconfitte personali e di immaginare strade nuove. Precursore della dottrina sociale della Chiesa, ma soprattutto testimone dell’impegno per una società più giusta, Ozanam è l’icona di un cristianesimo giovane, e non solo per motivi anagrafici: giovane fu il suo temperamento, il suo idealismo, la sua voglia di cambiamento. Come pure il suo modo di leggere il Vangelo. Ed è bello ricordare come Giovanni Paolo II – in occasione della beatificazione del 1997 – ne abbia sottolineato l’«ardore», l’impazienza, la febbre da futuro che dovrebbe essere il termometro della vitalità di ogni comunità cristiana, sempre ma specialmente nei periodi di crisi.