Hans Jæger
Hans Jæger, scrittore e filosofo norvegese di orientamento anarchico, fu una delle figure di spicco del movimento bohémien scandinavo di fine ’800, e influenzò col suo pensiero artisti come August Strindberg ed Edvard Munch. Rimasto orfano a quindici anni, si imbarcò come marinaio per fuggire alla rigida educazione religiosa dello zio, cui era stato affidato. Tornato in patria, superò l’esame per entrare all’università e iniziò contemporaneamente a studiare filosofia e a lavorare come stenografo presso il Parlamento. Assurse alle cronache dell’epoca per la pubblicazione del romanzo La bohème di Kristiania (1885), che fu sequestrato un’ora dopo la sua uscita con l’accusa di blasfemia e violazione della pubblica decenza e moralità. A seguito dello scandalo, perse il lavoro e fu condannato a due mesi di carcere. Lo spettro di una nuova condanna, per alcune copie clandestine del libro arrivate in Svezia, spinse Jæger a fuggire in Francia, dove visse alcuni anni, intervallati da sporadici rientri in patria, per poi morire, nel 1910, nel suo appartamento di Kristiania, a causa di un tumore.