Il libro
Non c’è merce che non abbia valore di sogno. Ma la seta, con i suoi magici riflessi, è forse quella che ha acceso i desideri più ardenti.
Dopo essere apparsa per la prima volta a occhi occidentali oltre duemila anni fa, durante una battaglia nel deserto fra romani e parti, non ha mai smesso di rappresentare una magnifica ossessione. Simbolo di ricchezza e potere, primo esempio di valuta pregiata in India e in Cina (dove il segreto della sua fabbricazione, custodito gelosamente per secoli, è stato oggetto dei primi tentativi di spionaggio industriale della storia), il prezioso tessuto ha viaggiato attraverso le piste inaugurate da Alessandro Magno, poi percorse in pace dalle carovane dei mercanti e dai monaci buddhisti, e in guerra dalle armate dell’Islam, del Celeste Impero e dei khan mongoli.
La riscoperta della via della seta da parte del mondo cristiano si deve alle cronache, in parte favolistiche, di Giovanni da Pian del Carpine, ai miti esotici raccolti nel Milione da quel geniale millantatore che fu Marco Polo e ai diari di viaggio di un prestigioso intellettuale islamico del Medioevo, Ibn Battuta. Ma anche opere più schiettamente letterarie (dalle Mille e una notte ai racconti dei sette viaggi di Sindbad il marinaio) o tradizioni improbabili (come quella del fantomatico Prete Gianni, il cui misterioso regno, mai localizzato con certezza sulle carte geografiche del tempo, fu però nominato da tutti) ci trasmettono un riverbero di quel lontano splendore.
In tale turbinio di storie, leggende, avventure, incontri e scontri, sapientemente narrati in queste pagine, la via della seta appare come un orizzonte aperto, un ponte gettato fra civiltà e culture diverse, un’arteria vitale per gli scambi commerciali e la circolazione delle idee, che ancora oggi, nell’epoca della globalizzazione, mantiene intatta la sua suggestione.