- Pubblicazione: 19 gennaio 2017
- Pagine: 112
- Formato: 14x21
- ISBN: 9788867086290
- A cura di: Lucilio Santoni
- prezzo: € 12,00- Sconto 5%: € 11,40
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Argomenti:
- Classici
Il libro
Libri, libri! È questa una parola magica, che equivale a dire: amore, amore! Una cosa che i popoli dovrebbero chiedere, così come chiedono il pane o come invocano la pioggia per i loro campi seminati.
Nel 1986 è stato pubblicato in Spagna per la prima volta il Discorso al paese di Fuente Vaqueros. Proviene dall’Archivio García Lorca e contiene il testo che il poeta lesse a voce alta, davanti ai propri concittadini, in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale.
Quando nel settembre del 1931 Federico García Lorca pronunciò queste parole, in Spagna, la Repubblica aveva trionfato da pochi mesi e la libertà faceva di nuovo la sua comparsa in un Paese a lungo oppresso dalla dittatura. Il poeta sosteneva che il motto di una Repubblica avrebbe dovuto essere: «Cultura!», poiché solo questa rappresenta la luce che può guidare un popolo nella costruzione di una società democratica e pacifica.
Ed è dal discorso del grande poeta che Lucilio Santoni muove per porre una questione difficile e sempre attuale: perché quella passione che García Lorca mostra per la costituzione di una biblioteca viene spenta nel sangue (insieme alla sua stessa vita) solo cinque anni dopo? Perché i libri, che il poeta pone al centro della nuova vita del Paese, non hanno impedito l’ascesa di una nuova dittatura? La riflessione di Santoni prende nutrimento, ancora, dai libri, dalla poesia, dalla vita, e approda a una risposta che è un verso poetico posto a titolo del suo saggio: E nell’anima aprire biblioteche.
Rassegna stampa
- Un invito a cercare nella poesia "quell'amore che rende stupefacente la vita" - «Robinson» (180,63 kB)
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Intervista a Lucilio Santoni e Giorgio Colangeli su «Rai Letteratura»
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Federico Garcia Lorca, ovvero come la vita spiega i libri (e non il contrario) - Yamina Oudai Celso su «IlFattoQuotidiano.it»
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García Lorca e il motto della Repubblica - Alessandro Pertosa su «L'Huffington Post»