Il libro
Ballerina, celebrata attrice di film di montagna, regista rivoluzionaria, straordinaria fotografa, Leni Riefenstahl (1902-2003) commise il grave errore di mettersi al servizio del nazismo. Nel 1932, l’incontro con Adolf Hitler cambiò il suo destino. Tra lei e il Führer fu un colpo di fulmine.
Nel 1934, accettò di dirigere il film del Congresso del Partito Nazista a Norimberga, Il trionfo della volontà (Der Sieg des Glaubens), archetipo delle pellicole di propaganda, mentre due anni dopo firmò il film-documentario Olympia sui Giochi Olimpici di Berlino, che divenne un successo mondiale. Poi la fine della guerra e la caduta del Reich: Leni Riefenstahl sfuggì alla denazificazione, ma divenne oggetto di odio o, quantomeno, di sospetto.
Tuttavia grandi registi quali Steven Spielberg e George Lucas hanno riconosciuto di averne subito l’influenza. Ma chi fu davvero «la regista del Führer»?
Quanto fu consapevole degli orrori del nazismo? Quanto ne fu complice?
E quale deve essere la relazione tra arte e politica, tra estetica e morale?
Questa biografia ci restituisce la complessità di un’artista controversa, nella cui opera il senso del bello e la retorica del potere si combinano per dar vita a quel meccanismo perverso che è riuscito ad ammaliare una nazione e che ancora oggi esercita un fascino indecifrabile.
Rassegna stampa
- L'eccellenza e le miseri della regista di Hitler - Diego Gabutti su «ItaliaOggi» (195,56 kB)
- La regista che stregò Hitler - Giorgio Carbone su «Libero» (335,63 kB)
- Leni Riefenstahl: «Quella sera che respinsi Hitler» - Andrea Colombo su «La Stampa» (308,35 kB)
- Leni Riefenstahl. Trionfo della volontà e degli equivoci - «Il Giornale» (120,50 kB)