Il libro
Roma città aperta è un film la cui lavorazione resta circondata da una serie di leggende, alcune infondate, altre suffragate da testimonianze attendibili. All’epoca, per la sua capacità di interpretare una svolta storica epocale, caricandosi di una forte connotazione simbolica, venne definito il «Potëmkin italiano», ovvero la massima incarnazione cinematografica dello spirito alla base del 25 aprile e della Resistenza.
Pur non riscuotendo consensi unanimi all’uscita, nell’autunno del 1945, colpì da subito spettatori e critica per il coraggio nel raccontare, quasi in «presa diretta», situazioni e fatti ispirati a una realtà tragica appena vissuta: l’occupazione nazista della capitale, quando Roma fu dichiarata, per ironia della sorte, «città aperta»; e venne presto considerato l’atto di nascita del neorealismo.