Il libro
Uno dei pochi aspetti positivi della vecchiaia è forse questo: la libertà di non preoccuparsi per ciò che pensano gli altri, per quanto avrebbe dovuto essere in un certo modo e così non è stato, per tanti supposti «doveri» che hanno rivelato nel tempo la loro sostanziale superfluità o inconsistenza. Proprio all’insegna di questa conquistata libertà si dipana il racconto autobiografico di Volevo morire a vent’anni, che, grazie allo spirito dell’autrice, mai preda della malinconia per la fine di tante cose, guarda al passato, al presente e anche al futuro con gratitudine ed entusiasmo.
Oltrepassata la soglia dei novant’anni, Camilla Salvago Raggi, scrittrice e ultima discendente di un’antica famiglia genovese, non tenta un bilancio (nessuno può farlo da sé), ma evoca persone, situazioni, incontri e pensieri con uno sguardo a un tempo lucido – dunque talvolta severo – e sempre profondamente partecipe.
Il libro è però soprattutto un’alta lezione di stile.
Stile letterario, dunque di scrittura, e stile di vita e nella vita, unica vera bussola nel marasma dell’esistenza.
L'incipit
«Morire a vent’anni!... Sì, questo volevo: naturalmente quando i vent’anni erano di là da venire, e io, una ragazzina con l’ambizione di diventare una scrittrice, e persuasa che una morte prematura potesse garantirle una sia pur postuma celebrità. «Giovane promessa stroncata nel fiore degli anni»: a questo aspiravo: tant’è vero che quello che scrivevo lo facevo – di getto – su certi grossi quaderni rilegati in carta di Varese (una sola cartoleria di Genova me li forniva) perché mi davano l’illusione di libri veri. Scritti a mano, ma veri: con tanto di costola col titolo in oro. Sì, passare ai posteri come una Grande Scrittrice era la mia aspirazione. Modesta, no? E se penso a quell’adolescenziale desiderio di morte e nello stesso tempo di immortalità non so se ci sia più da riderne o da piangerne. Come si può essere sciocchi da giovani. (…)»
Contenuti extra
Carteggi di ieri, oggi e domani: un estratto dal libro sul blog!
Rassegna stampa
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Premio Rapallo Carige: il premio della Giuria, intitolato ad Anna Maria Ortese, a Camilla Salvago Raggi
«In questo agile libro, l’autrice ripercorre con leggerezza e ironia una carriera letteraria lunga oltre mezzo secolo, punteggiata da romanzi di grande successo (come Prima del fuoco, vincitore del Premio Per la Donna Scrittrice Rapallo – Carige nel 1993) e a incontri con protagonisti della vita culturale italiana (dal marito Marcello Venturi, a Elio Vittorini, a Raffaele Crovi); scritto con la consueta limpidezza di stile e con grande onestà intellettuale, il libro ha ottenuto l’unanime consenso della giuria per l’assegnazione del Premio di sua spettanza».
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Un memoir delizioso, scritto con una qualità letteraria di rara finezza - Gabriele Ottaviani su «Convenzionali»
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Stile brioso e ironico, una lettura piacevole e divertente - Irene Cambriglia su «I Bookanieri»
- «Volevo morire a vent'anni» il libro di Camilla Salvago Raggi - «L'Ancora» (157,10 kB)