Il libro
A scendere nell’abisso evocato dal titolo è Durtal, scrittore della Parigi fin de siècle in preda a una profonda crisi umana e professionale. Non si riconosce più nell’ambiente culturale che lo circonda e si trova a disagio con i modi del naturalismo e del razionalismo, di cui percepisce i limiti e la ristrettezza di orizzonti. La società contemporanea, coi valori e i meccanismi che la reggono e con la sua visione dell’uomo e della vita, produce in lui un senso di repulsione e sofferenza dal quale non riesce a trovare sollievo. Soprattutto, sente insopprimibile la necessità di sondare i presunti confini della celebrata realtà, di capire se effettivamente tutto può essere ridotto entro le sole coordinate materiali e terrene.
Questa sua ansia di evadere dalle forme intellettuali in voga e di sperimentare il nuovo lo porta a scrivere un libro su Gilles de Rais, maresciallo eroico, mistico, ma anche libertino sfrenato, torturatore e assassino, che Durtal definisce «il più crudele e scellerato degli uomini del XV secolo». Per documentarsi, inizia a frequentare il mondo affascinante e perverso dell’occultismo e del satanismo. Saranno il medico Des Hermies, l’amante Hyacinthe Chantelouve e il canonico Docre e le sue messe nere a trascinarlo Là-bas (come recita il titolo originale), laggiù: una discesa che è anche esplorazione della complessità dell’animo umano, in cui si mescolano bene e male, santità e crudeltà, in un chiaroscuro di fortissime contraddizioni apparentemente insanabili, autentico riflesso della realtà.
Rassegna stampa
- Il coraggio di essere dandy - Giuseppe Scaraffia su «Il Sole 24 ore» (506,83 kB)
-
Una Messa nera tra Sade e Bataille - Pasquale di Palmo su «Alias» (567,98 kB)
Blasfemia, erotismo, satanismo: da Lindau torna «L'abisso» («Là-bas»), del 1891, primo romanzo con protagonista Durtal, alter ego di Huysmans.
-
«Quando il materialismo impera, risorge la magia» - Edoardo Rialti su «Il Foglio» (298,25 kB)
La sua forza artistica sta nel riuscire a esprimere, ancora una volta, lo straziante divario che corre sempre tra le nostre aspirazioni più radicali e profonde, e la loro effettiva realizzazione.