Il libro
Sentieri selvaggi è il capolavoro della maturità di John Ford; un western complesso, affascinante, a suo modo misterioso.
Ambientato in un décor desertico, astratto, che evoca la tragedia antica, il film è ricco di momenti indimenticabili, in cui risuonano i mille significati del mito del West e insieme gli archetipi culturali americani: il rapporto tra la legge e l’etica, la necessità della violenza, la libertà dell’individuo sacrificata alle esigenze della collettività, il confronto tra l’adolescenza e l’età adulta, il viaggio e la scoperta dell’altro, l’orrore della contaminazione sessuale, il rapporto con una natura aperta e selvaggia.
Nel ruolo di Ethan Edwards, un soldato sudista rientrato a casa dopo la dolorosa esperienza della Guerra Civile e che si trova a dover salvare una nipote rapita dai Comanches, John Wayne dà vita all’«eroe» americano, coraggioso, solitario e intransigente.
La sua ricerca attraverso un paesaggio aspro e ostile assume così i toni e il respiro di un viaggio epico, di un confronto assoluto.